D'antonio Donato

E’ molto difficile sintetizzare in poche righe il percorso che sto facendo….

Parallelamente agli studi accademici, indispensabili per affrontare il repertorio classico, ho sempre coltivato un grande interesse sia per la musica “alternativa” che per quella contemporanea.

Le esperienze giovanili come gli studi di Architettura, la chitarra classica, i Drunk Penguins (garage band locale dove suonavo il basso elettrico) apparivano inconciliabili con i prediletti ascolti di Yannis Xenakis, Talking Heads, Luciano Berio, Brian Eno …

Forse proprio grazie a quegli anni oggi mi sento un musicista pronto ad affrontare formazioni e repertori inconsueti e sono convinto, quando curo la stagione musicale del Museo Carlo Zauli, del fatto che uno sguardo trasversale sia un vantaggio. Ringrazio Silvio Zalambani che, in anni più recenti, mi ha fatto conoscere la cultura musicale ispano americana coinvolgendomi fin dall’inizio in due formazioni a cui tengo molto, Tango Tres e Grupo Candombe.

Non sono diventato architetto ma ho dirottato la mia voglia di progetti su Diatonia, costituita assieme a Matteo Zauli e Luigi Cicognani, quale laboratorio concreto delle nostre follie artistiche.